Dopo il grande successo di “Tutta colpa di Freud” Paolo Genovese torna in campo e questa volta è deciso a tirare in porta. « Ognuno di noi ha tre vite: una pubblica, una privata e una segreta» afferma Paolo, poi aggiunge «Un tempo quella segreta era ben protetta nell’archivio nella nostra memoria, oggi nelle nostre sim». La provocazione è palese: che cosa succederebbe se quella piccola scheda potesse parlare? Con il suo film “Perfetti sconosciuti” Genovese si assume la responsabilità di dimostrarlo alle nuove generazioni schiavizzate da queste grandi reti virtuali. Durante quella che apparentemente è una cena che riunisce un gruppo di amici, la padrona di casa Eva, ad un certo punto, sostiene che molte coppie finirebbero per lasciarsi se ogni rispettivo partner controllasse il contenuto del cellulare dell’altro. Si avvia così una sorta di gioco per cui tutti dovranno mettere il proprio telefono sul tavolo e accettare di leggere sms/chat o ascoltare telefonate pubblicamente. A tavola tantissimi altri attori quali Marco Giallini, Valerio Mastandrea, Anna Foglietta ma non solo. Cos’altro dire? Niente, se non trovare un buco libero per correre al cinema a guardarlo. Divertente, intrigante e con quel fondo di realismo che rende l’impasto perfetto. Caro Paolo, questa volta hai proprio fatto goal.
Marika Rossi