Giovedì 23 Febbraio, ore 21.00 – Sono seduta al President di via Manfredi, in attesa che cominci lo spettacolo “ Guarda le stelle”, nato dalla collaborazione tra i bambini della 5° C della scuola elementare Pietro Giordani e la compagnia dei “Sulutumana”. Il ricavato andrà in beneficenza a Casa Morgana, per il Servizio d’ Animazione presso il reparto di pediatria dell’ Ospedale di Piacenza.
Sul palco sono disposte tante tele realizzate dai ragazzi, raffiguranti personaggi de “ Il Piccolo Principe”, celebre romanzo di Antoine de Saint-Exupéry, attorno a cui ruoterà l’intero spettacolo. I bambini, trepidanti e impazienti che la rappresentazione cominci, faticano a stare fermi, e alcuni scorazzano di qua e di là incapaci di tenere a freno l’emozione. Li osservo, invidiandoli un po’, ripensando a come, da piccoli, tutto sembri nuovo, unico, meraviglioso.
Finalmente le luci si abbassano, tutti si siedono e gli attori fanno il loro ingresso sul palco.
I “Sulutumana” ci mettono pochissimo a scaldare la scena, alternando pezzi musicali a scenette comiche e letture di passi selezionati da “ Il Piccolo Principe”. La collaborazione con gli alunni della 5° C è subito evidente: i bambini intervengono, conversano con gli animatori e sono spesso chiamati a cantare. Rimango colpita dalla capacità degli attori di fondere così bene serietà ed entusiasmo, riflessione e carisma, silenzio e musica, in un modo naturale e spontaneo che solitamente riesce solo ai bambini.
Sorrido per tutto il corso della rappresentazione: le frasi del libro, tra l’altro il mio preferito, riescono a smuovere il cuore, riportando indietro nel tempo, a quando le cose importanti erano i fiori e le pecore.
Il Piccolo Principe porta sempre un po’ di magia a chi lo ascolta parlare, riuscendo a coinvolgere grandi e piccoli, ricordando ai primi la gioia dell’infanzia, la forza della fantasia, l’incanto delle piccole cose, e invitando i secondi a non perdere mai la voglia di scoprire, a essere curiosi di tutto e a non lasciare mai che il mondo degli adulti conquisti la loro mente.
I ragazzi, seduti nelle prime file, ridono e applaudono, ancora troppo giovani e spensierati per cogliere quella nota nostalgica che invece gli adulti, ma anche solo gli adolescenti come me, avvertono.
Siamo alla fine, un’ ultima canzone, poi tutti a casa. I “Sulutumana” chiamano i ragazzi sul palco per chiudere insieme lo spettacolo, e intonando “La conta che si canta” ci danno la buonanotte.
Esco dal teatro serena e contenta, le note delle canzoni, le parole di Saint-Exupery, le risate dei bambini ancora riecheggiano nella mia testa. “L’essenziale è invisibile agli occhi” , diceva la volpe, ma credo che in occasioni come questa tutto diventi, anche se per poco, visibile.
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