Apocalypse Now è molto più di un film di guerra. C’è qualcosa di più rispetto al Full Metal Jacket kubrikiano e a Salvate il soldato Ryan di Spielberg: è brillante e altamente estetico, allucinato, esplosivo ma anche divertente per la presenza di alcuni personaggi grotteschi e nessun film antimilitarista condanna così efficacemente la guerra e le sue atrocità, che porta morte e follia. La guerra è incoerenza (<<Prima facevamo a brandelli i vietcong con una mitragliatrice, poi gli davamo un cerotto>>) ma anche istinto primordiale, e i soldati sono portati ogni giorno a fare i conti con loro stessi e la loro umanità (oltre che con la loro sanità mentale).
Vietnam, 1969: il comandante Willard viene assoldato per portare a termine una missione altamente delicata, trovare ed eliminare il colonnello Kurtz, a capo di un’unità militare americana che comanda con metodi insani e dalla quale è venerato come un dio pagano, non rispondendo più alla volontà di alcun superiore. Willard dovrà, per portare a termine la sua ricerca, risalire il fiume addentrandosi nella giungla quanto nel proprio animo… tra bombe al napalm, tenenti che praticano il surf nei momenti meno opportuni, conigliette di Playboy e attacchi aerei sulle note di Wagner.
Uscito una prima volta nel 1979, consiglio vivamente di guardare il film nella versione del 2001, Apocalypse Now Redux, universalmente riconosciuto come migliore della prima distribuzione in quanto, arricchendo il minutaggio di ulteriori 53′ (non lasciatevi spaventare dalla lunghezza, ne vale davvero la pena!), è più facile apprezzare il senso generale della pellicola che risulta anche meglio comprensibile.
Il film vanta un cast d’eccezione, tra gli altri Martin Sheen, un giovanissimo Laurence Fishburne alias Morfeus (<<Pillola rossa o pillola blu?>>), Robert Duvall, un calvo e grasso Marlon Brando (Il padrino) e Harrison Ford (Indiana Jones), tutti diretti da Francis Ford Coppola che prosciugò tutte le sue finanze per la realizzazione di Apocalypse Now (tanto che tentò il suicidio prima della fine delle riprese).
Appassionati al genere e non, vi invito a guardare questo film, viaggio tra <<verità illusorie e totale follia, dentro ai meandri più reconditi del cuore umano>>
Alessandro Lusitani