Febbraio 2011: tanti saluti da Lindenberg

30 Gennaio, ore 8.25: partenza!!!! Signore e signori, è in partenza di fronte al Gioia il pullman per Lindenberg, Germania.
Nessuno di noi riesce davvero a immaginare come sarà: noi di 3^lg.E non siamo mai stati insieme in un collegio, per la 1^lg. B è la prima gita insieme.
Durante il viaggio tante foto, tante chiacchiere e, una volta varcato il confine con la Svizzera, libri di tedesco che fanno capolino. Tutto questo fino ad un cartello che dice “Lindenberg im Allgäu”.
  Nella piccola città bavarese c’è l’Humboldt-Institut, dove siamo sistemati per una settimana. Il soggiorno inizia con un test per valutare il nostro tedesco. Appena finito, ceniamo; poi ci sono le attività serali, perché nessuno, nemmeno il giorno dell’arrivo, è così stanco da stare chiuso in camera. E così, si va a fare braccialetti e borse di stoffa nell’aula d’arte, si va in palestra oppure nella sauna, a suonare il pianoforte o in piscina, tutte le sere. Mai da soli; anche con compagni con cui magari in classe scambi al massimo due parole.
Ma questa è una vacanza-studio, quindi dobbiamo anche andare a scuola: così, alle 8.30 e dopo 3 chili di colazione, ci presentiamo in aula.
Le giornate si susseguono così, colazione-lezione-pranzo-lezione-attività-cena-attività, eppure c’è sempre qualcosa di diverso e ogni giorno è più bello di quello prima. Già domenica sera, quando ci siamo lavati i denti tutti insieme, abbiamo percepito qualcosa, una strana unità, che forse in classe non c’era mai stata. Il top è giovedì, la giornata degli “slittini” (sacchi di plastica): tra ruzzoloni, scontri e rotolate, siamo fradici di neve, ma continuiamo a scendere e risalire, tra il fiatone e le risate di chi si diverte davvero.
  Oltre ad una discesa a Lindenberg, facciamo due gite: mercoledì Friedrichshafen, con tappa allo Zeppelin Museum, alla panetteria e ad H&M, e venerdì Lindau, sulle rive del lago di Costanza, dove le macchine fotografiche si scatenano per riprendere il faro, il leone simbolo della città e l’incredibile municipio barocco. Quest’ultima città è piaciuta molto, tanto che qualcuno (me compresa) ha dichiarato che vi si trasferirà.
Venerdì siamo tornati giusto in tempo per “l’ultima cena”, a cui è seguita la consegna dei diplomi e la festa in discoteca. Ci fanno male i piedi e siamo sudatissimi, in 30 in una saletta che discoteca vera non è, ma festeggiamo, cercando di non pensare che tutto sta per finire.
Nemmeno stasera noi di 3^E ci siamo privati di una mezz’oretta di chitarra prima dei diplomi, urlando a squarciagola per farci sentire da tutti. Ora siamo legati, speriamo indissolubilmente, dalle esperienze vissute in Germania: finalmente ci sentiamo uniti. Ora sì che siamo una vera classe.
Il mattino del 5 Febbraio la camera è vuota e ordinata, come sei giorni fa. La nostalgia di casa sta per cedere il posto a quella per Lindenberg.
Che dire? Si può concludere solo con un GRAZIE. Ai prof accompagnatori (Provasi e Marchioni), a tutti gli animatori e gli insegnanti dell’Humboldt, alla 1^B (Giovanni in particolare) e ai miei incredibili compagni.
Che gita! Indimenticabile.

Martina Piccoli

Pubblicato da L' Acuto

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