Che cosa siamo noi rispetto all’immensità che ci inghiotte in un uragano di pensieri, oggetti, turbamenti, parole, suoni? Di quanti colori diversi il nostro animo è ora composto? Quando, questi decideranno di unirsi e di formare un unico colore e regalarci ( forse) almeno un pò di tranquillità? Siamo figli della velocità, della fretta, delle troppe parole che ci volano intorno come rondini. In tutto questo vortice fortissimo si rischia di mescolare troppe cose; addirittura non si riesce più a capire se a comandare è la ragione o il cuore. L’incomunicabilità spesso, tra i due “elementi” , è causa di un animo tormentato ed esasperato. Pare che ora, proprio ora, nel nostro essere “questi due” non si conoscano. La ragione, altezzosa, non vuole trascorrere del tempo con il cuore, che, seppur timido vorrebbe farci amicizia, ma è costretto a nuotare da solo in un mare di silenzio imbarazzante, colpito da frecce di insicurezza, paura, incapacità di esprimersi e di “sentire”. Anche se il cuore è il più nobile organo presente in noi, spesso viene calpestato e dimenticato, non ascoltato.
A volte perchè è indecifrabile. A volte perchè il nostro essere è pigro e non vuole parlarci. A volte è solo paura di ammettersi certi sentimenti.
Ma in questo oceano, prima o poi, quando meno ce lo aspettiamo, sale a galla di tutto. Ci troviamo impreparati e spaventati. Senza armi nè idee accogliamo , deglutiamo il tutto senza capirne poi il senso. Commettiamo sbagli, perdiamo l’orizzonte, “ci perdiamo”, senza saperlo. E da lì, siamo costretti a salutare ( almeno per un pò) il divertissement , e a parlarci allo specchio. Spuntano come brufoli odiosi l’insoddisfazione, l’insofferenza, il non senso della realtà, le paure. E se poi il cuore e la ragione non si decidono a prendere un aperitivo insieme per discutere sul da farsi, ci ritroviamo nel più bianco e inquietante punto interrogativo mai immaginato fino ad ora.
Questo stato di insicurezza ci porta alla continua ricerca di una felicità, se non superiore a quella precedente, a una “felicità base”, adatta a sconfiggere almeno qualche turbamento. Come non mai sentiamo dei limiti dentro, capiamo di quanta fragilità siamo costituiti e di quanto tempo abbiamo bisogno per capirci.
Ma noi non siamo marionette di uno spettacolo sbagliato. Prima o poi capiremo che la vera essenza della felicità non è fuggire dalle paure, ma è viverle e superarle, e aggiungere un pezzetto di conoscenza al “puzzle”, un poco alla volta, senza fretta, senza grosse pretese.
Beatrice Cristalli
cooomplimenti 🙂
"Mi piace""Mi piace"