Un anno da registi

Siamo stati davvero fortunati noi della 2a classico B ad essere stati scelti per un’esperienza come “La mia città vista da…” perché, per una volta, ci ha permesso di fare i registi! Abbiamo incominciato subito ad organizzare incontri con alcuni esperti del settore, che ci hanno dato indicazioni e stimoli per iniziare il nostro percorso. Ognuno di noi ha raccolto con entusiasmo l’invito a fotografare gli angoli più caratteristici di Piacenza. Mi ricordo che per me è stato veramente divertente ed emozionante catturare con la mia macchina fotografica la natura e il paesaggio del mio quartiere.

Nelle mie foto comparivano anche momenti di vita quotidiana: la mamma che spingeva il passeggino, i bambini che si rincorrevano per giocare, i vecchietti che chiacchieravano in tranquillità… Molti dei miei compagni, invece, avevano scelto di fotografare le vie più frequentate della città, oppure le chiese e i monumenti. Da ciascuna foto è emerso un lato della personalità di ognuno di noi ed è servita come traccia per impostare la successiva fase di lavoro: usare la macchina da presa per girare il nostro corto. Dopo le foto, rielaborando proposte molto valide e fantasiose, è stata creata la sceneggiatura. Finalmente poi era venuto il momento di incontrare Sandro e Filippo, i due registi che ci hanno assistito durante le riprese. Con la loro simpatia e semplicità, capendo che comunque era la nostra prima esperienza, ci hanno messo subito a nostro agio. Infatti io mi sentivo un po’ impacciata…ero preoccupata che il corto non venisse bene…magari non eravamo all’altezza… In realtà i registi avevano mostrato fin dall’inizio la loro disponibilità nel guidarci, o meglio, nell’accompagnarci in questo progetto. I due giorni di riprese sono stati senza dubbio la parte che ho preferito! Era veramente entusiasmante anche solo poter tenere in mano la macchina da presa! Ero davvero esaltatissima quando veniva il mio turno di riprendere! Abbiamo girato tutto il centro, da piazza Duomo al Faxhall: ogni tanto notavo che qualcuno ci guardava stupito, altri anche un po’ seccati nel vederci riprendere tutto e tutti! Infatti ogni momento era prezioso per il film e non ci siamo lasciati sfuggire neanche un particolare della vita di Piacenza. Uno dei momenti in cui mi sono maggiormente divertita è stato quando siamo saliti sul campanile della Basilica di Piazza Sant’Antonino e Federico ha suonato le campane! Inoltre mi sono sentita anche un po’ protagonista quando Filippo aveva scelto di riprendere i miei occhi mentre guardavo la città…ero davvero contenta! In seguito ci siamo recati presso lo Spazio Rotative della Libertà: abbiamo visto tantissimi strani macchinari d’epoca, vecchie copie del giornale piacentino, titoli di notizie importanti che hanno segnato il nostro passato. Proprio grazie a questi luoghi che abbiamo visitato sono riuscita davvero a capire quanto eravamo stati fortunati nell’essere stati scelti per partecipare a questo progetto internazionale. L’ultima tappa delle riprese era il ponte del Po, dove dovevamo girare la scena finale del corto. Sfortunatamente proprio nella stessa giornata era crollata una parte del ponte! Nonostante questo grave incidente, ci è venuto in mente di spostare le riprese sul Trebbia: questa location era incredibilmente simile a quella del film che avevamo scelto come base per il corto: “L’uomo con la macchina da presa”. Disponevamo quindi di tutte le scene che occorrevano per generare il prodotto finale e cosi abbiamo pensato ad un titolo appropriato per il nostro lavoro: “Ragazzi con la macchina da presa”. E’ arrivato poi il momento del montaggio: gli esperti hanno selezionato il materiale girato…un lavoro davvero lunghissimo e faticoso! I miei compagni ed io abbiamo potuto assistere e partecipare a questa fase alternandoci a gruppi di tre. Avevamo girato davvero tantissime scene e ci dispiaceva non poterle inserire tutte…ma d’altronde dovevamo fare un corto! Dopo il montaggio, era tutto pronto: il corto poteva volare a Parigi per essere presentato presso il Centro Pompidou! Tutti noi, con i prof e la preside, abbiamo potuto assistere alla presentazione in videoconferenza…in quei momenti si percepiva la nostra emozione! Un’altra rappresentazione aperta al pubblico è stata poi organizzata a Palazzo Galli. In questa occasione ci siamo davvero sentiti un po’ registi, perché abbiamo visto quanto il nostro lavoro fosse stato apprezzato. Personalmente credo che non mi sarà più data un’opportunità del genere e quindi ho cercato di viverla e godermela al massimo. Infatti è stata un’esperienza totalmente nuova e difficile da dimenticare, di cui sicuramente mi resterà un bellissimo ricordo.

Alessandra Peroncini

Pubblicato da L' Acuto

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