The Sparrow and the Crow

The Sparrow and the CrowWilliam Fitzsimmons nasce in Pennsylvania nella città di Pittsburgh. I suoi genitori sono ciechi e il piccolo William fin dalla nascita è abituato a giocare con i suoni e a provarne di nuovi. Alle scuole elementari si innamora del pianoforte e nella adolescenza di avvicina al suono della chitarra, imparando a conoscerla da solo.
Si appassiona in seguito ad altri strumenti musicali, quali mandolino, ukulele e al banjo iniziando a creare mix originali di folk-rock ed elettronica e componendo poesie.
William viene scoperto grazie al noto social network Myspace, e alcune sue canzoni vengono scelte per il programma televisivo Grey’s Anatomy. La sua creatività viene subito riconosciuta, tanto che è paragonato ai suoi contemporanei Sufjan Stevens e Elliot Smith.
Attualmente vive a Jacksonville, Illinois.

E’ la canzone di quando finisce un amore, è l’immagine che si sfuma in una strada grigia e umida. Due mani, che si toccano per l’ultima volta,e poi si salutano. I pugni si chiudono piano piano ma tutta la pioggia cade dentro il petto e non finisce più. Sono le note di “After Afterall” accompagnate dalla voce piena di William Fitzsimmons e da quella angelica e quasi aliena ( per la bravura intendo) di Caitlin Crosby. Solo il rimpianto e la ricerca sfrenata e quasi forzata di ricordare che tutto non è andato perso, che tutto non è stato uno sbaglio, che nonostante tutto rimarrà nel cuore qualcosa di buono.
Quel pianoforte che piange riesce a smuovere l’animo anche del più freddo, i rintocchi pesanti seguono i battiti, e la mente chissà dove va. Va forse a catturare ricordi del nostro passato ormai pieni di ragnatele, dolori infantili o dolori vicini, nascosti al più presto per non essere più ricordati.
Si cambia un pò scena in “I don’t feel it anymore( song of the sparrow)”, Poetica,soave, leggera. Compare all’improvviso come uno “sparrow” la voce di Priscilla Ahn che regala all’atmosfera una dolcezza e una intimità rara. Le due voci si uniscono in un testo che canta di ricordi e sbagli del passato, e ancora di un amore perso.
La genialità di William sta nel far conciliare perfettamente musica e testo, anima e corpo seguendo sempre la stessa linea e non distaccandosi mai dai suoi temi preferiti.
Lineare e pulito, con pochi strumenti ma tante idee chiare, riesce a creare un sound vincente e moderno che si distingue dai soliti rock melodici, riuscendo ad essere quasi commerciale rispetto al suo “amico” Thomas Dybdahl, che di originalità forse ne ha di più, ma di essere al fianco dei più famosi proprio non ne vuole sapere.
Non tutto il disco però è attraversato da una malinconica melodia. Brani come “You still hurt me” , regala fin dall’inizio un sorriso, e sembra anche lui ridere mentre canta pezzi di “13 months since May” e di quando lui era felice, e tutto questo gli sembra ieri. Concetti banali, forse comuni a tutti, ma raccontati con cura e attenzione.
Ovviamente il disco si chiude con una canzone di speranza, altrimenti se William avesse deciso di concludere con una copia di After Afterall a quest’ora saremmo già tutti morti sotto un ponte. E invece no, sconvolgendomi sempre di più saluta tutti e chiude il suo teatrino artigianale con un “Goodmorning” che sa di caffè e risvegli felici, di finestre che si aprono, di soli che entrano in casa e scaldano il pavimento, di famiglie in pigiama che entrano in bagno, di rumore di biscotti in cucina.
Sa di speranza insomma. Forse lui stesso si dà forza per andare avanti, si dà un buongiorno felice, o forse lo dà a tutti noi e spera che ogni giorno ciascuno abbia un mattino felice e quasi alla “Mulino Bianco”.

Beatrice Cristalli

Pubblicato da L' Acuto

L' Acuto | Versione online del vostro giornale studentesco preferito! Interviste, sondaggi, news e attualità direttamente sul vostro schermo!

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: