Il Festival dei paradossi

Logo Festival del DirittoLa seconda edizione del Festival del Diritto di Piacenza si è chiusa con grande successo. Nei palazzi più belli del centro storico piacentino grandi esponenti di vari ambiti hanno trattato temi attuali, seguendo ciascuno quel filone del diritto più affine alla propria disciplina. Per questa occasione Piazza Cavalli, e così anche gran parte della città, si è tinta di bianco e blu, i colori del Festival, trasformandosi in una sorta di salotto pubblico, attorno al quale ruotavano tutte le attività. Si è dato particolare risalto alla natura, con un manto d’erba che ricopriva parte della pavimentazione e alcuni alberi presenti anche davanti al Teatro Municipale. Molta importanza hanno avuto anche le iniziative collaterali, come mostre e spettacoli teatrali. Con la conferma di questo Festival, dovuta ad un esito positivo dell’edizione precedente, si è voluto eleggere Piacenza come città dei diritti, motivo di grande prestigio per la nostra città.
Grazie ai temi trattati, ai problemi sollevati e all’abilità dei relatori, il Festival quest’anno ha avuto grande seguito non solo tra i cultori della materia ma soprattutto tra l’intera cittadinanza, che ha partecipato attivamente e con interesse alle conferenze. Molto presenti le scuole, che in alcuni casi hanno affollato i saloni dedicati ai diversi interventi. Ad attirare così tanti partecipanti è stato probabilmente il desiderio di conoscere meglio quest’importante materia, destinata, tuttavia, a sparire degli istituti superiori a partire dall’anno scolastico 2010/2011.
Nonostante questo allontanamento del diritto dagli studenti, a noi, rappresentanti di alcune testate giornalistiche delle scuole superiori di Piacenza, è stato permesso di partecipare attivamente al Festival, scrivendo articoli pubblicati sul sito della manifestazione, di lavorare accanto ai redattori dei più grandi quotidiani nazionali ed entrare così in contatto con il mondo della stampa.
Ma che cos’è davvero il diritto? Tale termine deriva dalla variazione del participio passato del verbo latino dirigere, ovvero “innalzare” oppure “condurre in linea retta”. Restando fedeli alla sua origine, quindi, il diritto è ciò che segue un determinato percorso. Allargandone il significato, lo si potrebbe identificare con ciò che punta al bene,  con “ciò che è giusto”. Infatti il suo scopo è garantire il bene di un individuo o di una pluralità di individui; non a caso oggi questa parola raccoglie tutto ciò che spetta ad una persona sulla base di leggi naturali o fatte dall’uomo. Il diritto, quindi, non comprende solo la giustizia: diversi temi, infatti, come l’economia, la politica, l’etica, hanno a che fare con campi del diritto variabili di disciplina in disciplina.
In questa edizione ci si è soffermati, più che sul diritto in sè, sul binomio pubblico/privato, evidenziandone affinità e differenze. In molti casi sono stati sottolineati soprattutto i paradossi di questa dicotomia: nella conferenza tenuta da Carlo Freccero, “Reality: lo spettacolo del controllo”, il relatore si è concentrato sull’assurdità della società contemporanea che, pur facendo dell’esibizionismo una virtù, considera grave la violazione della privacy; Antonella Sciarrone Alibrandi, parlando di “debito”, ha evidenziato che in molti casi si pensa che il debito privato non vada ad influire su quello pubblico, quando in realtà è una delle cause fondamentali della crisi economica. Si è parlato anche delle conseguenze di una cattiva conoscenza del diritto: riguardo il “diritto d’autore nell’era di internet” i vari relatori hanno sottolineato la possibilità che il copyright sparisca a causa della vasta condivisione di dati derivante dall’avvento di internet.
Non c’è più una netta separazione tra diritto pubblico e privato: i loro confini sono diventati così labili da causare confusione. Dai beni comuni alle banche, dall’istruzione alla televisione: tutto ciò che era privato viene reso accessibile a tutti, mentre ogni cosa pubblica viene sempre più personalizzata. Questi cambiamenti richiedono una revisione di questi concetti per riportare uquilibrio tra i due spazi che, pur avendo punti in comune, devono essere comunque distinguibili.
Sembra tuttavia paradossale fermarsi a discutere sui problemi legati al diritto pubblico e privato e sui modi per provare a porvi fine, mentre si accenna solo marginalmente al fatto che in molte parti del mondo, neanche così lontane da noi “civilizzati”, a milioni di uomini questi diritti, pubblici o privati che siano, vengono negati ogni giorno e che ci sono molte persone che si battono contro questa ingiustizia. Il diritto non può essere considerato tale finchè non è esteso a tutti.

Bianca Pellizzon e Jesus

Pubblicato da L' Acuto

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